E’ uno dei suggestivi Castelli della Loira, ma con un valore aggiunto: ha ospitato gli ultimi tre anni di vita di Leonardo da Vinci. E’ al Château du Clos Lucé di Amboise, infatti, in una residenza a 330 mt dal Castello Reale, che il genio toscano si dedicò al perfezionamento delle sue invenzioni, lavorando, più prolifico e ispirato che mai, come ingegnere, architetto e perfino organizzatore di splendide feste di Corte. Ed è per questo che oggi quel luogo, da due secoli proprietà della famiglia Saint Bris, è un parco culturale che permette di scoprire e capire la vita quotidiana, le intuizioni e gli universi del Maestro italiano: la sua camera (foto in alto), la cucina, la sala del Consiglio, la cappella con gli affreschi dipinti dai suoi discepoli e quaranta sue invenzioni nei settori del genio militare, dell’urbanismo, della meccanica, delle macchine volanti e dell’idraulica, mentre sei animazioni 3D aiutano a capirne il funzionamento. Ma anche il Parco Leonardo da Vinci, percorso paesaggistico sulle sue orme con venti macchine a grandezza naturale azionabili e quaranta teli trasparenti rappresentanti dettagli di suoi dipinti, e il Giardino di Leonardo, con i suoi disegni botanici, studi geologici e idrodinamici e paesaggi: il ponte a due piani da lui progettato, e realizzato dai Compagnons du Devoir -artigiani locali- è un invito alla passeggiata tra i paesaggi, le piante e le cascate che lui stesso ha potuto ammirare in questi luoghi.
Rape, mele, zucche e noci, carne di manzo, di maiale e di pollame, vin brulè, birra e sidro di mele. Erano questi, nell’Irlanda celtica precristiana, i protagonisti dei grandi banchetti di Samhain, la festa celebrata sulla Hill of Ward, presso la città di Athboy nell’attuale contea di Meath. Si teneva tra l’ultimo giorno di ottobre e l’inizio di novembre. L’occasione era la fine del raccolto e la conseguente abbondanza di cibo con tutti i prodotti di stagione.
Al tempo stesso, però, i Celti credevano che Samhain fosse anche un periodo di transizione in cui il mondo dei vivi e quello dei defunti si mescolavano liberando gli spiriti ultraterreni e le forze del male. Per questo al tramonto si travestivano oscuramente e accendevano il fuoco per confonderli, spaventarli e allontanarli.
Irlanda, tutti i festeggiamenti per Halloween
Un miscuglio di tradizioni, misteri e festeggiamenti, insomma, che ancora oggi il Paese mantiene saldamente in vita nel nome di Halloween. L’area del promontorio di Ward e della vicina collina di Tara ospita ancora il Festival di Púca, moderna rievocazione dell’antica celebrazione con accensione della luce simbolica del fuoco attraverso performance avanguardistiche. Mentre a Derry-Londonderry, in Irlanda del Nord, va in scena il tradizionale e maestoso Derry Halloween Festival, che vede le strade della fascinosa città fortificata affollarsi di antichi spiriti grazie agli scenografici travestimenti dei partecipanti, tra spettacoli di luce, musica live e ricette tipiche. Culminando nella variopinta Halloween Carnival Parade, con esibizioni spettrali di circo e danza.
Zucche illuminate da macabre espressioni, derivanti dall’usanza di scavare rape e grandi patate per farne lanterne, invadono ogni città. E i bambini bussano alle porte al grido di dolcetto o scherzetto in ricordo dei coetanei poveri che andavano di casa in casa cantando canzoni o offrendo preghiere per le anime dei defunti in cambio di cibo, solitamente una soul cake (pane appiattito ripieno di frutta), legna o denaro.
Un menù dai sapori più autentici
A essere eliminata dai tradizionali menùdi Halloween, col tempo, è stata la carne. In favore di piatti autenticamente irlandesi a base di patate, frutta e noci. Come il colcannon, con purè di patate, cavolo tritato o cavolo verde e cipolle. E il barmbrack, pane dolce con uvetta e frutta secca che nasconde al suo interno piccoli oggetti, ciascuno con un significato particolare da considerare indizio di accadimenti futuri: un anello rappresenta l’incontro con il vero amore, un ditale l’incertezza del matrimonio, un pezzetto di stoffa una previsione di povertà e una moneta quella di ricchezza.
Senza dimenticare le immancabili mele, che erano legate a presagi d’amore. La buccia pelata a truciolo e lasciata cadere a terra assumeva la forma dell’iniziale del nome del futuro innamorato. Che era in arrivo anche per chi riusciva ad addentarla da una bacinella piena d’acqua. Mentre il vero e proprio corteggiamento consisteva nel sedersi attorno al fuoco a raccontare storie arrostendo noci. Ora questi frutti vengono simbolicamente intagliati a forma di mostriciattoli. Oppure utilizzati nelle torte ricoperte di crema bianca come le vesti dei fantasmi. E nei biscotti a forma di ragni sanguinosamente intrisi di succo di mirtillo rosso.
Ma se volete sapere proprio tutto di quello che accadead Halloween in Irlanda, leggeteQUI.
L’Università Ebraica di Gerusalemme ha annunciato la scoperta di oggetti che per la prima volta fanno luce su come il rituale religioso venisse organizzato in Giudea al tempo del Re David.
Durante i recenti scavi nella città fortificata di Khirbet Qeiyafa, adiacente alla valle di Elah, il team dell’archeologo Yosef Garfinkel ha infatti ritrovato una ricca raccolta di ceramiche, utensili in pietra e metallo, e diversi oggetti d’arte di cui molti destinati al culto, oltre a tre grandi stanze che servivano da santuari. Qui l’assenza di immagini cultuali di esseri umani o animali prova che gli abitanti del luogo praticavano un culto differente da quello dei Cananei e dei Filistei, osservando il divieto di immagini scolpite.
Inoltre questi ritrovamenti indicano anche come a quell’epoca fosse già elaborato uno stile architettonico: si tratta infatti di una costruzione tipica delle attività di un regno, prova che la formazione dello Stato, la creazione di una élite, un certo livello sociale e uno sviluppo urbanistico della regione esistevano già ai tempi dei primi re di Israele.
Il professor Garfinkel dell’Università Ebraica di Gerusalemme ha dichiarato: “E’ la prima volta che gli archeologi scoprono una città fortificata in Giudea risalente al tempo di Re David. Dunque le varie proposte interpretative che negano completamente la tradizione biblica, sostenendo che costui fosse soltanto una figura mitologica, o al massimo un semplice capo di una piccola tribù, si sono dimostrate errate”.