9 marzo 2021 – Sono le nuove aperture a Novara e a Roma il regalo per il quarto e odierno compleanno di Pizzium, format di pizzerie napoletane particolarmente noto per la sua azzeccatissima offerta di pizze regionali create con i prodotti più tipici di ciascun territorio. Prodotti IGP e DOP che da qualche tempo sono anche protagonisti in proprio, dal momento che la catena li propone anche in vendita in cinque kit regionali – Puglia, Basilicata, Lazio, Campania e Abruzzo – o “sfusi” in un più vasto assortimento O’Shop, da acquistare direttamente in pizzeria oppure online. Una sorta di bottega alimentare di quartiere, insomma, in cui acquistare salumi, formaggi e verdure, pane e focaccia sfornati freschi ogni giorno e prodotti da dispensa come paste artigianali e conserve, tutti rigorosamente certificati nella loro provenienza e tipicità territoriale, per cimentarsi con le più tipiche ricette tradizionali o sbizzarrirsi nella creazione di piatti sempre nuovi.
La mia carbonara con Pizzium O’Shop
Io, personalmente, da milanese doc perdutamente innamorata anche della capitale, mi sono messa alla prova con la carbonara, uno dei miei piatti romani preferiti. E diciamo che per essere stata la mia prima volta non me la sono cavata poi così male, come vi mostro in foto, anche se mi devo ancora allenare con la crema di tuorlo d’uovo e pecorino…
Se ci provate anche voi non dimenticate poi di condividere sui social ricette e foto dei vostri piatti, con l’hashtag #PIZZIUMINCUCINA e tag @Pizzium: sarà un po’ come mangiare tutti insieme nell’attesa di tornare a farlo realmente…
Sono una pizza addicted di quelle che più di così non si può. Perciò quando mi trovo a scorrere le proposte sui menù in pizzeria, sceglierne una è sempre un gran dilemma.
A venirmi incontro ci ha pensato Alice Pizza, catena romana di pizzerie al taglio con trent’anni di storia e quasi duecento locali in tutta Italia, oltre ad alcuni anche all’estero, che ha appena aperto la sua terza sede milanese (dopo quelle di via Spallanzani e via Solari) sul vivacissimo corso Buenos Aires, dove il concetto di degustazione a 360° è ormai un vero must (aperte tutti i giorni dalle 10.00 alle 22.00, anche con servizio di asporto e delivery). Vale a dire che di fronte a un irresistibile bancone che ne propone un’infinità di varianti, dalle più classiche alle più azzardate, dalle territoriali alle stagionali, dalle vegetariane alle vegane, dalle dolci alle senza lattosio, da consumare calde o fredde a seconda della farcitura (tutte rigorosamente con mozzarella, polpa di pomodori e ingredienti italiani, regionali e stagionali), si può scegliere tutto quel che si vuole, dimensioni comprese, pagando a peso. Con il vantaggio, ovviamente, di assaggiarne più varietà possibili.
Non crediate che sia facile, visto che la proposta spazia su oltre sessanta, costantemente rinnovabili nel nome di accostamenti azzeccatissimi e che il personale è pronto a prepararvi anche al momento, nel caso la vostra preferita non sia in vetrina in quell’istante. E va da sé che, viste le origini geografiche aziendali, non potete assolutamente perdervi quelle che traducono sulla teglia i grandi classici della cucina romana, come la gricia, la cacio e pepe, la carbonara e l’amatriciana, oltre a quelle storicamente legate alla tradizione capitolina come la pala ripiena con mortadella e la crostino con prosciutto cotto e mozzarella: vi posso assicurare che sono veramente pazzesche! Per poi, a poco a poco, deliziarvi con tantissime altre, dall’altrettanto irresistibile fiori di zucca e alici alla speck e provola, dalla parmigiana con melanzane alla patate e rosmarino, dalla salmone e rucola alla pomodorini e bufala, dalla marinara con alici alla mortadella, stracciatella e pistacchi, fino ad alcune varianti dolci come quella con mele e cannella, e alle due nuovissime e tipicamente autunnali zucca e gorgonzola con mozzarella, e ortolana super veg alle verdure di stagione con rapa rossa, patate viola, patate, zucca, carote e zucchine, create in occasione del lancio della App per la consegna a domicilio gratuita oppure per il ritiro in pizzeria, con scelta di orario e gusti preferiti. Imbattendosi sempre e comunque in una pizza leggerissima e molto digeribile grazie a un impasto accurato poverissimo di lievito e lasciato riposare a lungo a temperatura controllata, prima di essere steso in una teglia rettangolare e cotto nel forno elettrico ad alte temperature, per ottenere in questo modo tutta la croccantezza tipica della vera pizza romana al taglio, nata proprio nella capitale a metà del secolo scorso inizialmente soltanto con olio, sale e pomodoro e poi evoluta nel tempo.
Per quanto mi riguarda verrei anche a mangiarla tutti i giorni. Se non fosse che Alice Pizza ha già in serbo un’altra allettantissima sorpresa: insegnarmi direttamente a farla.
Per la prima volta, infatti, la sua storica Accademia di formazione che istruisce tutti i suoi pizzaioli con il medesimo “sapere artigiano” si trasferisce anche all’esterno, e proprio nella nuova sede milanese di corso Buenos Aires, per aprirsi anche a corsi per semplici amatori desiderosi di imparare a preparare la pizza al taglio: dal 20 ottobre, dunque, prendono il via due appuntamenti settimanali totalmente gratuiti guidati dai maestri pizzaioli interni, il martedì dalle 18.30 alle 20.30 e il sabato dalle 10.00 alle 12.00 (con prenotazione obbligatoria), con tanto di attestato di partecipazione e assaggio conclusivo di tutto quanto si è preparato, naturalmente da portare anche a casa.
Io, manco a dirlo, ci andrò di sicuro…stay tuned!
Una pizza lunga mezzo chilometro, diviso tra cento metri di Margherita e quattrocento tra quelle più tipiche di tutte le regione italiane con le proprie caratteristiche versioni e farciture: si chiama Pizza da Guinness la nuova appetitosa impresa che terrà banco il 27 luglio al FICO Eataly World di Bologna, dove dal primo pomeriggio trenta maestri pizzaiuoli napoletani si destreggeranno abilmente tra 500 chili di farina, 400 di pomodoro, 500 di fiordilatte, 10 di basilico, 50 litri di olio extravergine di oliva e una cinquantina di altri ingredienti tipici per far nascere nelle proprie mani margherite napoletane, pizze sarde con bottarga, valdostane con fontina e Lard d’Arnad, trentine con speck, siciliane con pachino e tonno, friulane con Montasio, pugliesi con cipolla di Acquaviva e burrata, emiliane con mortadella, calabresi con Nduja, venete con radicchio, molisane con caciocavallo di Agnone. Oltre alla singolare Pizza Rossini di Pesaro con maionese e uova sode, che sarà perfino accompagnata da alcune tra le più note arie musicali del Maestro. Un lunghissimo nastro di pasta che unirà l’intera penisola, andando a srotolarsi su duecentosettanta tavoli dopo essere stato cotto in due speciali forni mobili che permetteranno a tutti i presenti di assaggiarla appena sfornata. Del resto la pizza non è forse l’unica risorsa italiana in grado di unire davvero tutti in un caldo e avvolgente abbraccio comune?