Nel sud-ovest della Sardegna, la terra argillosa e sabbiosa del Sulcis Iglesiente produce uve eccellenti, a cominciare da quelle del Carignano del Sulcis, che danno un vino rosso e intensamente aromatico che ben si sposa alla cucina locale.
Le cantine e gli operatori turistici e culturali della zona hanno recentemente costituito la “Strada del Vino Carignano del Sulcis” (www.stradadelvinocarignanodelsulcis.it), itinerario alla scoperta dei fertili vigneti con visite a cantine, aziende vitivinicole e agrituristiche, vigneti a ridosso del mare, enoteche, musei del vino e della vite, siti di interesse turistico e antichi borghi. Per maggiori informazioni sugli itinerari: Tredici Lune Viaggi www.trediciluneviaggi.it Isola dei Nuraghi www.isoladeinuraghitour.it Tabarka Viaggi eTurismo www.carloforte.net/tabarkaviaggi
La Burrata di Andria IGP, lo Zafferano dell’Aquila DOP, la Casciotta d’Urbino DOP. Ma anche l’Asti DOCG, i Salumi DOP Piacentini e il Crudo di Cuneo DOP. E naturalmente tanta, tantissima Focaccia di Recco col formaggio IGP, perfetta con il sublime Rossese di Dolceacqua DOC. Insieme al Basilico Genovese DOP, all’Olio DOP Riviera Ligure e all’Enoteca regionale della Liguria. Oltre all’Oliva Taggiasca Ligure, fresca del riconoscimento IGP.
C’era tutto questo, l’altra sera, sugli irresistibili banchi d’assaggio che hanno sublimato la tradizionale degustazione d’autore al ristorante Manuelina di Recco. Nell’ambito, naturalmente, della sesta edizione di Fattore Comune – Incontri fra DOP e IGP. Quando il prodotto è sinonimo di un territorio. Seguita al consueto talk show pomeridiano al Teatro del Levante di Sori, durante il quale tutti i Consorzi hanno illustrato dettagliatamente le proprie eccellenze territoriali.
Il Consorzio della Focaccia di Recco mette a sistema tipicità IGP e DOP
Un evento organizzato ogni anno dal Consorzio della Focaccia di Recco col formaggio I.G.P., per far conoscere e valorizzare le eccellenze agroalimentari tutelate dall’Unione Europea che portano nella propria denominazione protetta il nome del luogo d’origine. Un dialogo costruttivo tra produttori e istituzioni preposte, per mettere a sistema tutte le tipicità del nostro appetitoso Paese. Esaminando le problematiche inerenti le tutele, i percorsi compiuti, gli obiettivi raggiunti, i piani futuri e gli sbocchi sul mercato. Nell’ambito di quel turismo enogastronomico che sta prendendo sempre più piede, grazie anche a idee di grande richiamo nel promuovere DOP e IGP.
Quel turismo enogastronomico che premia il territorio
Non era la prima volta che partecipavo perché, quando ne ho l’occasione, non esito a tornarci. Trovo che le prelibatezze che il nostro sorprendente territorio ci offre senza risparmiarsi costituiscano davvero una delle sue maggiori ricchezze. Anche perché ne rappresentano l’anima, l’identità, la tradizione. E quindi meritino davvero di essere scoperte, conosciute e soprattutto assaggiate, anche come veicolo di adeguata promozione dei loro luoghi d’origine.
E in tutto questo, il modo in cui si adopera l’operoso Consorzio della Focaccia di Recco col formaggio I.G.P. per invitare, appunto, a fare sistema, è veramente encomiabile. Non per niente, aderiscono al Consorzio aziende con rispettivi punti vendita, alcune delle quali di tradizione secolare. Ristoranti di cui due appartenenti alla prestigiosa associazione Locali Storici d’Italia. E panifici di indiscutibile maestria. Tenendo ben presente che l’unica zona di produzione autentica è proprio quella dei quattro comuni confinanti: Recco, Camogli, Sori e Avegno.
Come sempre, poi, l’instancabile Consorzio della Focaccia ha esteso l’appetitosa festa gourmet anche al giorno dopo. Focalizzandola, questa volta, sulle prelibatezze locali. E così, al ristorante Da Lino di Recco, mi sono trovata di fronte a un tipico pranzo ligure con annesso show coocking. Protagonista l’immancabile focaccia, ovviamente, ma anche gli altrettanto irresistibili pansoti alla salsa di noci, e le acciughe impanate e fritte. Convincendomi ogni volta di più che la Liguria non è solo bellissima, e basta uno sguardo d’insieme a rendersene conto. Ma è anche buonissima. Calda e fragrante come quel sole che la accarezza tutto l’anno illuminandola d’immenso.
Ho mangiato la polvere. Era nelle trasparenze di pane alla vinaccia e mandorle, nei tagliolini con acqua di pomodoro e datterini confit, nel peposo al Chianti Classico Riserva su crema di patate, cipolla di Tropea caramellata e fiori di finocchietto selvatico della chef Sara Papa.
Nel gelato alla stracciatella di latte caprino al Sangiovese con cuore croccante del maestro gelatiere Sergio Dondoli.
Nel cocktail con Sagohe 0% Alcool, un Sangiovese totalmente senza alcol, lamponi, cioccolato, albume, miele al peperoncino, ginepro e limone del bartender Cristiano Demi.
E aveva il meraviglioso sapore dell’uva appena pigiata, capace di rendere più invitanti anche i primi grigiori d’autunno profumandoli di mosto e di vino buono.
Sì, perché questa polvere magica è nientemeno che polvere di vinaccia, ottenuta dalla lavorazione degli scarti della vendemmia attraverso un delicato processo di essiccazione a bassa temperatura, per preservare intatte tutte le sostanze nutritive presenti nella buccia dell’uva, particolarmente in quella scura, come fibre, proteine e sali minerali.
E che, combinata con altri ingredienti o alimenti cotti o crudi, può arricchire tanti piatti con un gusto tutto nuovo, dalla pasta agli stracotti, dal pane alla pizza, dai sughi ai condimenti più vari, dai dolci ai gelati, ma anche tisane, integratori e barrette energetiche (oltre a rivelarsi preziosa anche in prodotti cosmetici come le creme per la pelle). Un vero peccato, dunque, sprecarla senza utilizzarla abilmente.
A mettere a punto il prelibato ingrediente, indubbiamente destinato a diventare una nuova eccellenza gastronomica, è Casa Emma, storica azienda vitivinicola del Chianti Classico, precisamente nella zona di San Donato in Poggio, attiva nella produzione di vini di pregio grazie ai suoi 28 ettari di vigneti nel nome della viticultura biologica certificata e della sostenibilità, grazie anche alla presenza di ottanta oche che collaborano alla produzione riducendo l’impatto ambientale. Nonché nell’innovazione, sperimentazione, sostenibilità e recycling. Dove ho avuto il piacere di deliziarmi con questa cena sorprendente fatta di ricette di gran gusto e annaffiata dai superbi vini aziendali, nel nome di una polvere magica che celebra sapori, colori e profumi dei prodigi d’autunno.